Certe alchimie sono imprevedibili: nessuno avrebbe pensato che funzionassero ed invece, quasi per caso, lievitano senza bisogno di alcuna spinta. È il caso del sodalizio durato ben 19 film e miliardi di incassi al box office di Bud Spencer e Terence Hill, in borghese Carlo Pedersoli e Mario Girotti, i cui nome d’arte sono diventati pressoché indissolubili nel panorama del cinema italiano e internazionale.
E pensare che anche le loro singole carriere nel mondo del cinema erano tutt’altro che scontate. Terence Hill (Mario Girotti) approda al cinema mentre ancora sta studiando lettere classiche, e interpreta piccoli ruoli in film come Vacanze con il gangster (1951) e Viale della speranza (1953) di Dino Risi, oltre che in cult come Il Gattopardo di Luchino Visconti.
Carlo Pedersoli, invece, ha le idee ancora meno chiare. La sua carriera principale sembra essere quella sportiva: diventa campione italiano di nuoto a rana e, fra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, vince il campionato nei cento metri stile libero, detenendo il titolo fino alla fine della sua carriera sportiva. Parteciperà anche alle Olimpiadi di Helsinki e di Melbourne, e si distinguerà anche nella pallanuoto. Ma alla lunga la vita dello sportivo, ripetitiva e molto dura dal punto di vista degli allenamenti, stancherà Pedersoli, che, dopo aver sposato la figlia di uno dei più affermati produttori italiani, Maria Amato, inizierà gradualmente ad avvicinarsi al mondo del cinema.
L’incontro tra i due avviene nel 1967 grazie a Giuseppe Colizzi: vecchio amico di Pedersoli, lo convincerà a prendere parte al suo Dio perdona io no, nel quale Mario Girotti viene chiamato a sostituire Peter Martell, infortunatosi ad un piede all’inizio delle riprese. La sintonia tra i due in questo spaghetti-western in chiave comica appare fin dalle riprese palpabile, e una volta di fronte alla locandina, produttore e regista convincono gli attori a cambiare i loro nomi troppo italiani in nomi d’arte esterofili, che avrebbe avuto certo più appeal e dato un sapore diverso alla pellicola. Carlo Pedersoli diventa quindi Bud Spencer, da Spencer Tracy, il suo attore preferito, e la Bud, la birra che stava bevendo al momento della decisione, mentre Mario Girotti sarà conosciuto da allora come Terence Hill, nome scelto da una lista consegnata a lui dalla produzione con venti nomi proposti tra cui scegliere nel giro di 24 ore. Terence Hill fu scelto oltre che per il fatto che suonava bene anche perché le iniziali erano le stesse del nome e cognome di sua madre, di origine tedesca (Hildegard Thieme). Forse c’entra qualcosa anche il fatto che sul set del film Mario Girotti incontrò anche la futura moglie, l’attrice americana di origine tedesca Lori Hill.
Se il produttore credeva che cambiare i nomi ai due attori avrebbe aiutato il film, nessuno poteva prevederne l’enorme successo. Colizzi decise di bissare subito, dirigendo la novella coppia Bud Spencer e Terence Hill ne I quattro dell’Ave Maria (1968), che vede anche la presenza di Eli Wallach e Brock Peters e nel 1969 con La collina degli stivali, che confermò il successo dei primi due.
Il 1970 è l’anno del cult Lo chiamavano trinità, che finisce con il battezzare un vero e proprio sottogenere dello spaghetti-western, il fagioli-western, prendendo ispirazione dalla scena iniziale del film in cui Terence Hill trangugia una pentola intera di fagioli e dove i toni dello spaghetti western si smorzano in una più goliardica vena comica e i proiettili sono in gran parte sostituiti con i ganci destri.
I produttori non volevano sostenere il film, convinti che un western senza sangue ed uccisioni sarebbe stato un flop totale; ma lo scrittore e regista E.B. Clucher riuscì a convincere Italo Zingarelli, ed ebbe ragione.
Il successo, infatti, fu clamoroso: più di 3 miliardi di lire di incasso, seguito dai 6 miliardi del remake, …continuavano a chiamarlo Trinità.
Ma i due attori, oramai una delle coppie comiche più apprezzate a livello internazionale, non funzionano solamente in ambientazioni western. Con Più forte ragazzi (1972) passano dal West alla vita di tutti i giorni, incasellando una serie di successi anche nella commedia comica tradizionale, dove li troviamo alle prese con le più variegati situazioni.
In Altrimenti ci arrabbiamo (1974) interpretato Kid e Ben, due giovani manigoldi decisi a portarsi a casa il loro mito, una Dune Buggy nuova di zecca; ne I due superpiedi quasi piatti sono due criminali scambiati erroneamente per due poliziotti; In Chi trova un amico trova un tesoro (1981) i due naufragano in un’isola sperduta nel Pacifico; in Nati con la camicia (1983) sono criminali che si fingono agenti della CIA; in Non c’è due senza quattro (1984) vestono l’uno i panni dell’altro e in Pari e dispari (1984) sono alle prese con una banda di allibratori clandestini. In Miami supercops – i poliziotti dell’ottava strada (1985) Bud Spencer e Terence Hill interpretano una coppia di poliziotti alle prese con un caso molto intricato.
Gli anni ’90 segnano indicativamente la fine del loro sodalizio, che, come ci terranno a precisare, è stato uno dei pochi lungamente pacifico (« Noi siamo l’unica coppia cinematografica al mondo a non aver mai litigato. » hanno dichiarato): si riuniscono in un rinnovato spaghetti western nel 1994, scritto da Jess Hill e diretto dallo stesso Terence Hill, Botte di Natale, che purtroppo non ottenne il successo sperato.
Da allora entrambi hanno seguito percorsi separati, recitato principalmente in lavori per il piccolo schermo o piccole parti in film d’autore (ricordiamo il cameo di Bud Spencer in Fuochi d’artificio di Leonardo Pieraccioni). Tra i due, rimane sulla cresta dell’onda soprattutto Terence Hill, i cui occhi azzurri non hanno perso neanche un po’ del loro brio, e che, dopo aver vestito la tonaca di Don Camillo nel film da lui diretto nel 1984 ispirato ai racconti di Guareschi, ha spopolato per lungo tempo in tv vestendo i panni del prete detective Don Matteo.