“Recitare è dissotterrare le immagini che stanno dietro le parole, fondamentalmente. Improvvisamente un essere umano si siede e attraverso soltanto i suoi occhi, attraverso soltanto le parole – che è poi la quintessenza della recitazione: il “piano d’ascolto” – riesce a ricatturare un’attenzione che è arcaica, non è moderna nel senso spicciolo della parola: è il risultato di quel dissotterrare, sta dentro di noi, è un’urgenza. Allora, volendo usare un linguaggio musicale, In Treatment è una partitura per parole e silenzi, dove i silenzi sono dei boati” Queste le parole di Sergio Castellitto, attore protagonista della serie TV In Treatment, remake di quella statunitense della HBO, a sua volta ispirata al format israeliano Be Tipul, dove interpreta lo psicoterapeuta Giovanni Mari alle prese con una variegata tipologia di pazienti nelle sedute che tiene nel suo studio dal lunedì al giovedì. Ed è proprio intorno a questa serie TV che è nata l’idea di un incontro al Lucca Film Festival dal titolo Cinema e Terapia, condotto da Mario Sesti e organizzato dalla Fondazione Mario Tobino che si terrà l’8 Aprile presso il teatro del Giglio alle ore 18.00. “Con Castellitto – hanno spiegato gli organizzatori dell’evento – proveremo insieme a domandarci che ruolo possono avere il cinema e la televisione in relazione a queste problematiche. L’attore regista ha, infatti, più volte raccontato con estrema sensibilità e intelligenza le vite di persone e gruppi legati al mondo della salute mentale, interpretando ad esempio il personaggio del neuropsichiatra nel film Il grande cocomero e quello del terapeuta nella serie televisiva In Treatment (giunta alla terza stagione, attualmente in produzione)”. Dopo l’incontro sarà proiettato il cortometraggio Il sogno d’oro di Simone Rabassini, giovane regista lucchese che vuole porre l’attenzione sulla funzione terapeutica della musica, in particolare quella di Puccini.
Sergio Castellitto, classe 1953, è uno degli attori ed autori di punta del teatro e del cinema italiano. Dopo un esordio in teatro, ha preso parte come comparsa a Tre fratelli di Francesco Rosi, e da allora il suo volto, prima come attore secondario, poi in ruoli di sempre maggior rilievo, ha cominciato a diventare familiare sui nostri schermi. In piccoli ruoli ha preso parte a La famiglia di Ettore Scola, Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi, Stasera a casa di Alice di Carlo Verdone, si conquista un Nastro d’Argento con Il grande cocomero di Francesca Archibugi e uno per L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, è diretto da Jacques Rivette in Chi lo sa? e Questione di punti di vista; dopo aver esordito alla regia con il trascurabile Libero burro nel 1999, si conquista un David di Donatello per Non ti muovere, dirigendo ed interpretando uno script tratto dal romanzo della moglie Margaret Mazzantini. Efficace nei ruoli drammatici, spicca anche nella commedia grottesca, come potete vedere da questa clip tratta da La buca di Daniele Ciprì, dove recita al fianco di Rocco Papaleo e di Valeria Bruni Tedeschi.