Il nome di Ridley Scott è risuonato nei TG di tutta Italia poco tempo fa a proposito della bufera a catena che ha scatenato il caso Weinstein e dopo le accuse di molestie sessuali di cui è stato oggetto Kevin Spacey: il suo nuovo film, Tutti i soldi del mondo, ha ritardato di una settimana la fine delle riprese perché tutte le scene che vedevano protagonista Spacey nei panni di del vecchio miliardario J.Paul Getty, nonno del John Paul Getty III rapito nel 1973, sono state nuovamente girate avvalendosi di Christopher Plummer. Proprio in occasione delle celebrazioni per i suoi 80 anni Spacey ha rotto il silenzio sulla questione in un’intervista a Entertainment Weekly: la posta in gioco era troppo alta, semplicemente, e la decisione è stata presa in maniera risoluta e veloce. Il film non doveva ritardare l’uscita (il 22 Dicembre in Usa ed il 4 Gennaio in Italia) anche e soprattutto per non perdersi l’occasione di aspirare agli Oscar 2017.
Non che a Scott, classe 1937 ed un apprendistato in televisione, le candidature più prestigiose siano mancate nella sua carriera di ben 40 anni: già il suo esordio, I duellanti, interpretato da Harvey Keitel e Keith Carradine, aveva conquistato il Festival di Cannes nel 1977 aggiudicandosi il Premio di una Giuria presieduta niente poco di meno che da Roberto Rossellini. Da lì non si contano i CULT che sono rimasti nell’immaginario collettivo e hanno contribuito a riscrivere la storia del cinema. Bastano due titoli su tutti: Alien (1979), dopo il quale la nostra idea di extraterrestre non è stata più la stessa (e mai più così terrorizzante), un vero e proprio film seminale, che oltre ai vari sequel/prequel ha reinventato un genere ( producendo anche buffe parodie/omaggio, come Aglien di Andrea Camerini) e Blade Runner (1982), capostipite del filone di film distopici e cyber punk, diventato negli anni un vero e proprio oggetto di culto (solo 35 anni dopo il coraggioso Denis Villeneuve, regista di Enemy ed Arrival, è riuscito a dirigerne un remake, Blade Runner 2049.)
Una carriera costellata di successi e poche cadute di stile, muovendosi tra i generi e tra le dinamiche di genere ( cameratismo femminile in Thelma & Louise, 1991, ribaltamento dei ruoli in Soldato Jane, machismo delle origini con Il gladiatore, con il quale si è conquistato l’Oscar), con un occhio sempre puntato verso quello che è nuovo, sperimentabile, all’avanguardia: Scott è stato anche a capo del primo esperimento di social-movie della storia del cinema, La vita in un giorno, realizzato con con video degli utenti di Youtube.
80 anni quindi, ma nessun bisogno di celebrazioni guardando al passato, aspettando casomai il 4 Gennaio e pensando a quello che ancora ancora ci sorprendera di un regista così fecondo ed instancabile.