Il 18 dicembre 1973 usciva nelle sale cinematografiche italiane Amarcord, dodicesimo lungometraggio di Federico Fellini, uno dei film più famosi e amati del Maestro riminese.
A cinquant’anni di distanza, in un volume dal titolo Amarcord Story pubblicato da Compagnia editoriale Aliberti in uscita oggi, lo storico del cinema Nicola Bassano ripercorre la storia della nascita del capolavoro felliniano analizzandone i temi principali e raccontandone, attraverso aneddoti e curiosità, la parabola che lo porterà a vincere l’Oscar come miglior film straniero.
Amarcord è senza dubbio il film più personale di Fellini, un vero e proprio inno alla memoria che sfugge al pericoloso ricatto della nostalgia e lascia libero sfogo a una consapevole vena visionaria. Un viaggio delicato, poetico, a tratti doloroso fra i ricordi, che affonda le radici nella nostra storia, nel nostro passato. Ciò che emerge dalle pagine del libro di Bassano è il racconto minuzioso della costruzione di un microcosmo provinciale, lontano da quello reinventato ne I vitelloni, dove la nostalgia si mimetizzava abilmente tra accenti comici e goliardici. La piccola folla disegnata da Fellini è un’eterogenea galleria di tipi osservati attraverso una lente spesso deformante e corrosiva, profili che diventano volutamente caricature. Nel costruire il suo borgo, Fellini sembra dominato dalla volontà di non avvicinarsi troppo a Rimini, forse per paura di un coinvolgimento troppo personale che avrebbe p
otuto condizionare la sua visione d’insieme. E poi c’è il pudore di colui che, dopo aver abbandonato la sua città natale vi fa ritorno per raccontarla, per rappresentarne l’anima mostrando anche i suoi lati più nascosti e intimi. In Amarcord, Fellini deve fare i conti con una sconfinata passerella di facce da sempre presenti nella sua memoria e nella sua fantasia. Provengono tutte da un passato da cui vuole prendere le distanze, con cui vuole fare finalmente i conti.
NICOLA BASSANO, storico del cinema, laureato in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Parma, è stato per quasi un decennio il responsabile dell’Archivio Federico Fellini della Cineteca del Comune di Rimini, lavorando all’apertura del Fellini Museum. Specialista in attività culturali, si occupa di ricerca d’archivio, collaborando con musei, fondazioni e istituzioni e promuovendo il cinema italiano e i suoi grandi autori, con un occhio di riguardo per il Maestro Fellini. È autore di libri, saggi e articoli sul cinema e l’arte contemporanea. Nel 2020 ha partecipato con un saggio dal titolo “Fellini. Critical Reception in Italy” al libro A companion to Federico Fellini, volume che raccoglie i contributi dei maggiori esperti felliniani a livello internazionale. Nel 2021 è uscito Fellini 70 (Bibliotheka Edizioni), libro che analizza i capolavori degli anni Settanta girati dal maestro riminese, alla luce degli stravolgimenti politico-culturali che esplosero nel decennio e che portarono Fellini a un drastico ripensamento creativo della sua visione poetica