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Addio a Roger Corman: un omaggio

L’indipendente per eccellenza, l’uomo che ha incarnato su di sé tutti i ruoli della realizzazione cinematografica, il re dei B-movies, ma anche il cacciatore di teste e volti del cinema di ieri che continua anche oggi. Roger Corman ci ha lasciato, e non possiamo non celebrarlo dando un breve sguardo alla sua sterminata carriera che lo ha visto regista, sceneggiatore, produttore e distributore. Originario di Detroit (nato il 5 Aprile 1926), segue inizialmente le orme del padre ingegnere, ma dopo al laurea si arruola in Marina. Al ritorno il cinema lo attrae: alla 20th Century Fox parte come fattorino, poi viene promosso a revisore di soggetti. Ma la gavetta non fa per lui. Corman vuole entrare nel cinema con le sue stesse gambe, e inizia dalla fine, al contrario di tutti, come produttore, aiutato dal fratello Gene. Ovviamente si tratta di fim di genere a basso costo, alcuni meno rilevanti, altri fondamentali perché ci hanno rivelato talenti futuri della 7° arte: ad esempio Francis Ford Coppola di cui finanzia Terrore alla 13° ora (1963), Martin Scorsese (America 1929 – Sterminateli senza pietà, 1972), Robert Altman (Terapia di gruppo, 1987), ma anche attori come Jack Nicholson, John Cassavetes (Facce senza Dio, 1967), Sylvester Stallone (Anno 2000 – La corsa della morte, 1975) e Barbara Steele (Piranha, 1978).

Il suo debutto da regista è nel 1955 con Le donne della palude: da lì la sua produzione si fa mirabolante ed infaticabile, arrivando anche a 9 film l’anno. Nascono un profluvio di sci-fi, innovativi quanto poco costosi, molti realizzati per l’indipendente American International Pictures: Il mostro del pianeta perduto (1955), La guerra dei satelliti (1956) il campione di incassi Il vampiro del pianeta rosso (1957), Le dee della scogliera del pescecane (1958), L’ultima donna sulla terra (1960), La creatura del mare fantasma (1961) oltre ad horror paradossali quanto originali come Un secchio di sangue (1959) e La donna vespa (1959). Quello che caratterizza le sue produzioni è l’estrema velocità in cui i film vengono completati: l’horror La sopravvissuta (1957), ad esempio, è stato girato in soli 6 giorni. Nel 1958 Corman lancia un giovane Charles Bronson in La legge del mitra e solo nel 1960 realizza quello che è considerato il suo film CULT, La piccola bottega degli orrori, con un giovanissimo Jack Nicholson, che la leggenda dice sia stato portato a termine in due giorni ed una notte a seguito di una scommessa.

 

I suoi più grandi successi come regista Corman li deve ai film realizzati inizialmente per la AIP e in collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Richard Matheson basati sulle opere di Edgar Allan Poe come I vivi e i morti (1961), I racconti del terrore (1962), La città dei mostri e La tomba di Ligeia (1965) con protagonista Vincent Price, Sepolto vivo (1962) con Ray Milland, La vergine di cera (1963) con Boris Karloff e Jack Nicholson.  Nel 1962 Corman dirige un incredibile Vincent Price in una trasposizione gotica del Riccardo III di Shakespeare ne La torre di Londra,  mentre con L’odio esplode a Dallas  (1962) prodotto dalla Roger Corman Production,  mette a segno anche la prima apparizione da protagonista di William Shatner in uno dei primi film che affronta di petto il tema ostico dell’integrazione razziale; nel 1970 incontra Robert De Niro ne Il clan dei Barker, un violento gangster movie.

Ed è nel 1970 che Corman fonda la New World Pictures, una società indipendente di produzione e distribuzione, che produsse film poi cult come Anno 2000 – La corsa della morte (1975), Piranha di Joe Dante (1978), Il pianeta del terrore (1981). La NWP è responsabile anche dell ‘approdo in America dei grandi maestri del cinema europeo ed asiatico come Federico Fellini, Ingmar Bergman, François Truffaut e Akira Kurosawa.

Il penultimo film di Corman come regista è Il barone rosso, il film che aveva desiderato fare da sempre sull’aviazione, essendo egli stesso un pilota. Poi è tornato alla regia solo una volta, nel 1990 dirigendo Frankenstein oltre le frontiere del tempo.

Come si può dedurre dal suo percorso, a Corman il cinema contemporaneo deve moltissimo, ed i suoi allievi che ha scoperto ed incoraggiato continuano ad omaggiarlo volendolo come attore nelle loro opere: Coppola l’ha messo ne Il padrino – Parte seconda (1974), il suo fan Wim Wenders lo ha preteso ne Lo stato delle cose (1982), ma colui che gli riserva più affetto e lo inserisce in ogni sua pellicola è Jonathan Demme (che Corman scoprì producendo Femmine in gabbia e Fighting Mad).

L’Oscar alla carriera, giunto nel 2009, è sembrato scontato più che meritato per un artigiano, un maestro, un funambolo della storia del cinema. La sua mancanza si farà sentire.

 

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