Una commedia di costume sospesa tra dramma ed umorismo che prende di mira l’ossessione maschile per la propria virilità.
In un paese della Sicilia orientale Don Vito, industriale del pesce in scatola, ha divorziato e si è risposato con la giovane segretaria, Cettina. Don Vito, a causa della sua esuberanza, ha una reputazione da Don giovanni e non perde occasione per dimostrare ai paesani la sua virilità. Dopo tre anni di studi a Londra il figlio Roberto, avuto dalla prima moglie, torna in paese accompagnato da due amici. Don Vito, come vuole la tradizione, vorrebbe che si sposasse con una ragazza del posto, Lucia, ma egli la rifiuta. Offesa, la ragazza decide di vendicarsi e diffonde la notizia che il figlio di Don Vito è omosessuale, provocando la disperazione del padre. Ma l'uomo si accorgerà a sue spese che le cose non stanno proprio così...
La parola 'purpu', che viene più volte pronunciata nel film, in siciliano ha due significati: 'polpo', oppure in senso dispregiativo 'omossessuale'.La chiesa che appare nel film è la chiesa madre di Forza d'Agrò, la stessa che è usata nel film Il Padrino di Francis Ford Coppola.