Nella suggestiva cornice di Piazza Santa Croce a Firenze la rilettura di Roberto Benigni dell`Inferno di Dante: i canti XI, XII e XII.
Canto XI - "...ruffian, baratti e simile lordura."Il Poeta, sull`orlo del sesto cerchio, definisce la gerarchia dei peccati e la loro dislocazione. Parla della finanza,dell`usura, dei farabutti che frodano il prossimo, scrutando le premonizioni e i tentennamenti dello spirito umano.Canto XII - " La divina giustizia di qua punge..."Siamo nel primo girone del settimo cerchio, quello dei violenti contro il prossimo, dei peccatori bestiali sommersi dal sangue, lo stesso sangue che in vita hanno versato. La violenza da loro commessa è talmente grave da venir trattati come bestie.Canto XIII - "Uomini fummo, e or siam fatti sterpi..."Dentro la città di Dite, nella selva di là del Flegetonte, dove giacciono le anime dei suicidi, peccatori inseriti addirittura dopo gli omicidi perché la loro è una colpa ancor più grave: è la massima ingiustizia verso sé stessi e la massima ingiuria verso Dio.