Abel Ferrara giunge a Napoli e ambienta un film sospeso tra documentario e finzione nei centri sociali e nel carcere di Pozzuoli.
Dopo una serie di interviste realizzate nel carcere femminile di Pozzuoli, Abel Ferrara, colpito dalle dichiarazioni fatalistiche delle detenute, ha innestato sulle loro storie di vita tre diverse narrazioni, scritte con tre diversi sceneggiatori. Di Vaio ha rielaborato la sua esperienza personale di detenuto, Braucci ha costruito una storia di crescita che passa attraverso un battesimo di sangue, Lanzetta ha composto un dramma familiare in cui si alternano violenza, speranza e vendetta.