Un film stratiforme, anticonvenzionale come la sua protagonista: racconta la difficoltà della costruzione in parallelo di identità e celebrità.
Né un biopic e nemmeno propriamente un film concerto, nonostante ospiti una dozzina di hit interpretate da Grace Jones sui palchi di tutto il mondo, da Slave to the Rhythm a Pull Up to the Bumper, fino alle più recenti, personali Hurricane e William’s Blood. Piuttosto, un diario, un pedinamento autorizzato, la cui produzione ha abbracciato un arco temporale di circa dieci anni, riuscendo così ad avere accesso agli aspetti più privati della storia familiare della performer.