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Tra due mondi, il lavoro e le sue derive

“Ho sempre rifatto il letto quando mi alzavo, tutta la vita. Non mi fa paura rifare i letti. Non immaginavo cosa fosse fare 60 letti in un’ora e mezzo, al ritmo di un minuto e mezzo ciascuno, cuccetta superiore, cuccetta inferiore, ti rompe la schiena, non senti più le spalle. Quando torni a casa ti tremano le braccia, anche quando dormi le braccia tremano, delle specie di scariche ti percorrono, bloccano i muscoli e ti svegliano, preferisco fare i servizi pubblici, o passare lo straccio negli spazi pubblici. È più sporco, ma meno estenuante […].”

 

Emmanuel Carrère è uno scrittore interessato, per formazione ed esperienza, ai risvolti sociali e politici del nostro tempo, in Francia e su scala internazionale. Non a caso, anche nella sua ultima prova da regista cinematografico, Tra due mondi, si ispira a un romanzo-inchiesta di Florence Aubernas, Le Quai de Ouistreham, incentrato sul tema del lavoro e sulle sue derive.

 

La protagonista Marianne è interpretata da Juliette Binoche; un po’ come Ingrid Bergman spogliata del suo divismo da Roberto Rossellini, è una donna di cui si intuisce l’avvenenza che è stata, ma di cui percepiamo solo la difficoltà attuale: i capelli lasciati al caso, un abbigliamento modesto che copre ogni forma. Nelle scene iniziali la seguiamo in un ufficio di collocamento di una cittadina francese, tra il vociare e le lamentele di precari e disoccupati; ha l’aria sperduta. Quando risponde alla serie incalzante di domande sul suo curriculum lavorativo non è per nulla convincente. L’intervistatrice la inserisce a fatica in una lista di addetti alla manutenzione, le persone che si occupano delle pulizie. Quanto ci vorrà per il salario minimo di 7,96 netti l’ora? Come si può vivere con uno stipendio così basso? Quanto tempo sarà necessario per un contratto a tempo indeterminato? Queste sono le domande che Marianne si pone mentre calcola come mantenersi nei mesi a venire.

Dopo essere stata licenziata dal suo primo incarico in un camping, viene assunta come donna delle pulizie sul traghetto che attraversa la Manica. Sperimenta i ritmi massacranti e le umiliazioni di chi affronta ogni giorno quel compito, ma anche l’incrollabile solidarietà che la unisce alle sue compagne, tra cui spicca Christèle, madre single che non si dà mai per vinta.

Marianne però non è ciò che dice di essere e la sua reale identità, che allo spettatore è nel frattempo già stata svelata, non può rimanere celata alle sue colleghe per sempre.

 

Tra due mondi

(Ouistreham)

 

Regia di Emmanuel Carrère.

Con Juliette Binoche, Hélène Lambert, Léa Carne.

Francia, 2021.

 

Consigliato a partire dalle scuole secondarie di secondo grado.

 

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