Nella Francia del 1944 occupata dai nazisti, Marguerite, una giovane scrittrice di talento, è un attivo membro della Resistenza insieme a suo marito, Robert Antelme. Quando Robert viene deportato dalla Gestapo, Marguerite intraprende una lotta disperata per salvarlo. Instaura una pericolosa relazione con Rabier, uno dei collaboratori locali del Governo di Vichy, e rischia la vita pur di liberare Robert, combinando imprevedibili incontri in tutta Parigi, in una sorta di gioco al gatto e al topo. Rabier intende veramente aiutarla? O sta solo cercando di cavarle informazioni sul movimento clandestino antinazista?
Tarda primavera del 1945: Hitler si è tolto la vita, un’insegna de “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin svetta in un cinema del centro di Parigi. La fine della guerra e il ritorno dei deportati dai campi di concentramento, da Buchenwald, da Dachau, segnano per Marguerite, così come per altre donne e altri uomini a cui sono stati sottratti i loro cari, l’inizio di un’attesa straziante, che logora le anime e confonde sempre più i confini tra la realtà e la speranza.
Nel frattempo, cominciano a delinearsi chiaramente i contorni delle atrocità perpetrate dai nazisti a carico degli ebrei e degli oppositori al regime. “Le parole non sanno raccontare quello che hanno visto gli occhi”, i corpi dei superstiti che per giorni hanno marciato verso casa sono “materia tra la vita e la morte”.
La douleur è tratto dal romanzo omonimo e autobiografico di Marguerite Duras, intellettuale prolifica, autrice de L`amante e della sceneggiatura di Hiroshima, Mon Amour di Alain Resnais, che le valse una nomination agli Academy Awards.
Regia di Emmanuel Finkiel
Con Benoît Magimel, Mélanie Thierry, Benjamin Biolay, Shulamit Adar, Grégoire Leprince-Ringuet, Emmanuel Bordieu.
Francia, 2017.
Consigliato per le scuole secondarie di secondo grado