Sinister Film porta in dvd la versione restaurata di un film leggendario, almeno quanto il libro che lo ha ispirato ( il capolavoro senza tempo che Herman Melville pubblicò nel 1851) e il regista che lo ha diretto (il genio dei film impossibili, John Huston). Moby Dick – La balena bianca non ebbe certo una realizzazione facile, e forse proprio per questo il demiurgo del cinema Huston lo aveva in testa da un bel po’, almeno dal 1942: scrisse una lunga sceneggiatura che prevedeva, nella parte del capitano Achab, l’interpretazione del padre Walter. Ma questi morì, e Huston dovette pensare ad un nuovo attore. Furono molti i nomi a risuonare nelle sue stanze: Errol Flynn, Gary Cooper, Burt Lancaster, John Wayne, Marlon Brando. Ad un certo punto anche Orson Welles, ma sembra che Houston, con la sua solita franchezza, sentenziò: “In Moby Dick non c’è posto per due balene.” Gli fece quindi interpretare padre Mapple che pronuncia un’indimenticabile arringa citando il Jona biblico prima della partenza, e che fece venire un attacco di panico al povero Orson, non certo di primo pelo, ma probabilmente molto timoroso di Huston, che si risolse con un po’ di buon brandy.
Alla fine qualcuno gli propose Gregory Peck, protagonista de Il buio oltre la siepe ( il 5 Aprile si è festeggiato il centenario dalla sua nascita) e Houston accettò, anche se Peck era giovanissimo in confronto ad Achab e venne invecchiato, ferito e imbruttito per rendere la sua figura più tragica, imponente e folle possibile.
Per aiutarlo nella riscrittura della sceneggiatura Huston scelse un altro nome forte, Ray Bradbury, che aveva da poco pubblicato il suo Fahrenheit 451: iniziò le riprese, che si svolsero tra Madera, gli studi di Shepperton fuori Londra, Fishguard nel Galles, l’Irlanda e le Canarie, nel 1955, ricreando il Pequod da un vecchio tre alberi che veniva usato come attrazione turistica, e la balena bianca da 3 modelli di carcasse di caucciù lunghe 26 metri, mescolate a riprese di balene vere.
Ovviamente non si lasciò spaventare dall’altezza delle sue ambizioni: volle girare di notte, quando il mare era in tempesta e ci furono vari incidenti: Peck si fece male alla rotula, Basehart si ruppe la caviglia, etc…
Ma, come sempre, la furia creativa di Huston, aiutata anche dall’ottimo lavoro del direttore della fotografia Oswald Morris e dello specialista della Technicolor Kay Harrison, restituì un risultato degno della fatica impiegata nell’opera e visto oggi, Moby Dick – La balena bianca rimane un film dal respiro epico, un’opera avventurosa anche nella misura in cui è stata un’avventura realizzarla. Ma chi può descriverlo meglio dello stesso Huston, che, ovviamente, non poteva usare mezzi termini?
“Moby Dick è stato il film più difficile che abbia mai fatto. Persi talmente tante battaglie durante la sua lavorazione che arrivai a sospettare che l’aiuto regista stesse tramando contro di me. Alla fine capii che era soltanto Dio. Dio aveva ottimi motivi. Achab vedeva nella Balena bianca un travestimento della Divinità, e considerava la Divinità una forza malefica. Dio provava piacere a tormentare e a far soffrire gli uomini. Achab non negava Dio, semplicemente lo considerava un assassino: una concezione assolutamente blasfema…. Il film, come il libro, è una bestemmia; penso quindi che possiamo semplicemente dedurre che Dio si stesse difendendo quando ci scagliava contro quei terribili venti e quelle ondate.” ( dall’autobiografia Cinque mogli, 60 film)
Ecco 3 clip esclusive dal film.
Il discorso del predicatore Mapple (Orson Welles) ai marinai che stanno per partire alla ricerca di Moby Dick.
Il capitano Achab (Gregory Peck) si presenta alla folla dopo 33 minuti l’inzio del film:
La terribile balena bianca, invece, appare nel film solo dopo 1 ora e 15 minuti, e l’effetto che produce sull’equipaggio (e sullo spettatore) è sconvolgente.