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Al via il Far East Film Festival con Johnnie To

Non poteva esserci ospite più azzeccato per aprire con il botto la 18°Edizione del Far East Film Festival 2016: Johnnie To, nel giorno del suo compleanno, arriva ad Udine (dove ha ricevuto il primo Audience Award per A hero never dies) per presentare il più bel regalo che potesse mai fare al Festival, un trailer d’animazione musicato da Lim Giong. Ma non solo. Oggi è anche il momento per il grande regista di Hong Kong, di festeggiare la sua Milkyway presentando insieme al produttore Yau Nai-Hoi l’ultimo gioiello sfornato: il noir colletivo Trivisa (ore 22.30 – Teatro Nuovo Giovanni da Udine).

Per l’occasione anche noi, amici del Festival, festeggiamo l’apertura e Johnnie To dedicando al regista un doveroso omaggio alla sua opera, che attraversa i titoli del catalogo CG Entertainment.

 

Johnnie To – L’eroe dal cuore puro

Provenienza: Honk Kong. Classe 1955. Johnnie To inizia a lavorare per la televisione ancora minorenne, gettando le basi di un mestiere impeccabile, fatto di impegno costante e pratica a 360°.

L’apprendistato alla TV cinese, punto di partenza comune a molti registi cinematografici orientali, contribuirà, con i suoi ritmi serrati e le dinamiche impietose, a dare al suo stile quella sicurezza di mano e di ritmo che gli consentirà di realizzare in 32 anni più di 40 film, e di produrne altrettanti, diventando uno dei registi più prolifici, e a poco a poco, “fruttuosi”, del panorama internazionale.

Il suo esordio alla regia è del 1980 con The Enigmatic Case, un wuxiapian classico (qualcosa di simile al “cappa e spada” della cultura occidentale) ancora un po’acerbo, al quale seguono una serie di lavori poco importanti, ancora collaborazioni televisive fino all’approdo alla commedia, che porta To al successo di pubblico grazie all’uso del talento comico di caratteristi capaci come Chow Yun Fat.

E’ del  1989 il suo primo grande successo, All About Ah-Long, un melodramma interpretato dallo stesso Chow che ottiene ben 7 Nomination agli Hong Kong Film Awards e che si aggiudica il premio come migliore attore.

Tra le successive regie di To, spiccano, entrambi del 1993, The Bare-Footed Kid, un film di arti marziali interpretato da Aaron Kwok e Maggie Cheung e The Heroic Trio, un fantasy spettacolare che vede protagonista ancora la Cheung  insieme a Michelle Yeaoh.

La svolta per To arriverà nel 1996 quando, insieme al collega Wai Ka-Fai, fonderà la Milkyway Image, una casa di produzione indipendente che da quel momento sarà un punto di riferimento fondamentale per il cinema cantonese, diventando responsabile dei film più significativi del panorama cinematografico nazionale, e che permetterà a To di portare avanti la sua idea di cinema, svincolandosi, in parte, dalle dure leggi del successo commerciale.

Presto la Milkway inizia a dare i primi frutti, producendo nel 1997 i film d’azione di Patrick Yau e Wai Ka-Fai, The Odd One dies e Too many way to be No. 1, che inaugurano lo stile frammentario ed ellittico che diventerà un po’ il marchio di fabbrica della casa di produzione.

To approfitta del suo nuovo ruolo di produttore per dosare regie e collaborazioni, realizzando da una parte film commerciali (per lo più commedie) e dall’altra noir atipici, dove mette in scena alcuni temi e motivi che diventeranno delle costanti del suo cinema più personale: l’amicizia virile, il destino, la rappresentazione stilistica della violenza, l’ironia dissacrante che smorza la vocazione al melodramma. A fargli da spalla una folta schiera di validi attori, tra gli altri Simon Yam, Anthony Wong Chau-Sang e Suet Lam, collaboratori affezionati che torneranno nei vari film, contribuendo a definire sempre più le coordinate attorno a cui ruota la sua poetica.

Quello che vi proponiamo è un excursus nella filmografia di Johnnie To che passa attraverso il catalogo CG Entertainment, da A Hero never Dies (1998) al capolavoro che ha entusiasmato Quentin Tarantino, Vendicami (2009). Si tratta di un insieme di film che rappresentano l’anima più noir e personale del suo cinema: un ottimo punto di partenza per conoscere uno dei registi orientali più importanti del mondo.

 

A Hero Never Dies, 1998

Il territorio di Hong Kong è messo a dura prova da una feroce lotta tra due bande rivali. Ognuna di esse ha potere, denaro e infallibili sicari. Martin, cappello da cowboy e sigaro in bocca, è una leggenda che non ha mai fallito un incarico. Dall’altra parte della barricata Jack, un asso di precisione, secondo a nessuno per freddezza. Rappresentano l’elite dei killer, rivali da sempre, ma legati da reciproca stima. Quando la guerra tra gang abbandona la via dell’onore per quella del sangue, Martin e Jack dovranno allearsi per liquidare i loro vecchi boss divenuti ormai una minaccia, avviandosi verso un ineluttabile, tragico destino.

E’ nata la Milkyway e questo è il primo titolo della nuova casa cinematografica diretto da Johnnie To. A hero never dies, che nell’originale cantonese si traduce “L’eroe dal cuore puro”: una vera e propria variazione sul tema dello spaghetti western italiano e del gangster movie americano.

Marco Müller, nell’interessante intervista che ci ha concesso sul film, (presente negli extra del dvd edito da Tucker Film e CG Entertainment per la linea Far East Film) fa una comparazione tra il film di To e The killer (1989) di John Woo, delineando le caratteristiche comuni e ciò che li distanzia. Entrambi appartengono al filone del gangster movie, e sono dei progenitori dei film di arti marziali, dei quali si portano dietro le tracce. Anche la trama è simile: il rapporto di odio e amicizia tra due uomini che condividono lo stesso destino, e finiscono per subire l’uno il fascino dell’altro.

Ma mentre The killer porta in sé la matrice profonda del melodramma, A hero never dies stempera questa tensione con l’uso dell’ironia e del senso del grottesco, tipica appunto del western all’italiana: anche l’alternanza di colori freddi e atmosfere lunari da una parte e la sovraesposizione e accento sui colori caldi dall’altra (basta pensare al bicchiere di vino rosso come il sangue, che compare come un leitmotiv nel film) ha lo scopo di calibrare il crudo realismo delle scene di tensione e violenza e creare dei nodi di distensione drammatica. Un perfetto equilibrio tra romanticismo, crudo realismo (i bassifondi di Hong Kong raramente sono mostrati con tale verosimiglianza), e ironica stilizzazione del mito del duello tra pari, per uno dei film più rivoluzionari del cinema cantonese degli ultimi decenni.

 

Breaking News,  2004

Una gang di trafficanti di droga mette in scacco le forze dell’ordine davanti alle telecamere. La polizia, per recuperare il favore dell’opinione pubblica, organizza un assedio in diretta tv senza precedenti. La risposta dei fuggiaschi non si fa attendere. A colpi di controinformazione, webcam e internet è l’inizio di una battaglia mediatica, senza esclusione di colpi.

Un pianosequenza da urlo, di una perfezione formale da brividi: una interminabile sparatoria in strada seguita passo passo dalla macchina da presa di To, che come un serpente sgusciante modifica distanze e prospettiva, adattandosi all’azione. Inizia così Breaking news, presentato al Festival Internazionale di Cannes del 2004: un action–comedy sullo sfruttamento dei mezzi di comunicazione per la costruzione della notizia e dell’immagine delle forze dell’ordine, una vera e propria battaglia a colpi di webcam, cellulare e internet, che cela una sorta di denuncia nemmeno molto velata sul controllo dell’informazione del governo cinese ad Hong Kong. Johnnie To mostra con questo film la sua incredibile capacità di gestire un folto gruppo di attori e di scene d’azione sincopate, montando il ritmo o e la tensione in maniera eccelsa. Il risultato è l’esplosione dei punti di vista, e la realizzazione anche concettuale di questo assunto: se costruite bene, la notizia giusta e quella sbagliata sono ugualmente convincenti.

 

Election,  2005

Tempo di cambiamenti nella Triade di Hong Kong. Come sempre, ogni due anni, per i membri anziani dell’antica  Wo Shing Society è giunto il momento di eleggere il nuovo capo. Ma questa volta tra i due candidati si scatena una rivalità mai vista. Il favorito è Lok, rispettato dagli anziani. Ma Big D non si fermerà davanti a tradizioni centenarie, violenza e corruzione pur di recuperare lo Scettro della Testa del Drago, simbolo del potere. E con esso il comando assoluto.

Presentato in concorso alla 58° Edizione del Festival di Cannes e interpretato da Simon Yam e Tony Leung Ka-Fai, Election è stato così amato da Quentin Tarantino da farlo definire “The Best Film Of The Year 2005”. Il titolo originale si può tradurre come “Società nera”, un comune riferimento alla Triade di Hong Kong: il film, infatti,  è un’incursione infernale nei bassifondi della mafia cinese, ma anche questa volta la violenza e il crimine non sono che i punti di partenza per una riflessione più ampia ed approfondita. Quello che interessa a To, infatti, è il potenziale di pericolosità insito in ogni essere umano, l’ambizione estrema e corrotta che porta un socio, alleato ad amico, a trasformarsi improvvisamente in un mostro, avversario temibile con la lama in tasca.

Anche qui gli amici – nemici sono due uomini dal carattere diversissimo, la cui ambizione a scalare i vertici del potere criminale rende violenti ed implacabili. Election parte da una visione d’insieme che ambisce ad essere un affresco sulla Triade e diventa ancora una volta il duello di due uomini che lottano per il loro destino.

 

Vendicami, 2009

Un padre arriva a Hong Kong per vendicare la figlia, la cui famiglia è stata distrutta. Ufficialmente, è un cuoco francese, vent’anni fa era un killer.

1° premio al Noir in Festival di Courmayeur e coproduzione Francia – Hong Kong, Vendicami è un capolavoro poliedrico che mette in scena tutte le variazioni e le sfaccettature della poetica d’autore di To. Il ruolo dello chef francese François Costello, che da Parigi si trasferisce ad Hong Kong per ingaggiare una lotta senza sconti con coloro che hanno distrutto la famiglia della figlia, è stato affidato alla rockstar nazionalpopolare francese Johnny Hallyday, e il legame con la Francia è fortissimo, passando attraverso un nome che viene evocato a chiare lettere fin dalle prime inquadrature: Jean- Pierre Melville. Johnnie To non ha mai nascosto la sua totale ammirazione per il regista progenitore della Nouvelle Vague, di cui condivide pienamente il ritorno delle tematiche affrontate e delle declinazioni stilistiche: la contrastante amicizia virile, il senso del destino e della lotta per piegarlo alla volontà umana, un certo romanticismo smorzato da stilettate di feroce ironia.

Come lo ha giustamente definito il Morandini (ed. 2012), Vendicami è “una miscela efficace di action furibonda e lirismo d’autore, mitologia western e gusto della cucina, eleganza di scrittura e cura dei dettagli, trovate stilistiche e direzione degli attori.” Tutto  quello che è sempre stato e continua ad essere il cinema di To, appunto.

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