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Francesco Nuti: un omaggio

Una comicità spontanea e surreale,  che si nutre del vernacolo toscano ed è approfondita da una squisita vena malinconica, che si apre a punte inaspettate ed altissime di poesia. Questa una sintesi della cifra stilistica ed umana di Francesco Nuti,  talento genuino nato in una Prato di provincia dove la vocazione industriale tende ad annichilire facilmente le prospettive artistiche. Diplomatosi perito chimico, Nuti capisce presto, però, che il suo vero destino è lontano dal mondo dei telai, e, ancora studente, si esibisce in spettacoli di cabaret con testi scritti da lui stesso. E’ proprio su queste scene che viene notato da Alessandro Benvenuti e da Athina Cenci, che lo vogliono nel loro clan comico dei Giancattivi: con loro Nuti realizza il suo apprendistato, sviluppando la sua personale cifra comica, fatta di sguardi, espressioni, repentini cambi di tono.

Il trio dei Giancattivi, conosciuto dal grande pubblico televisivo grazie alla trasmissione Non stop,  esordisce al cinema nel delizioso A Ovest di Paperino, che ripropone parte del repertorio storico del gruppo e segue la giornata di tre personaggi, Sandro, Marta e Francesco, che vagano attraversando situazioni non-sense e si esibiscono in sketch assurdi, nella speranza di arrivare semplicemente indenni al giorno dopo.

Con il successivo Madonna che silenzio c’è stasera (1982) Francesco Nuti rompe con i Giancattivi e inizia la sua collaborazione con il regista romano Maurizio Ponzi (già assistente di Pier Paolo Pasolini): nel film ripropone il personaggio dello scioperato Francesco che vaga in giro per Prato alla ricerca di un lavoro e incontra una serie di personaggi bislacchi, mentre si dispera per la perdita della sua amata Maria, che l’ha lasciato, anche se l’ha deciso lui. Al centro del film il mondo dell’industria tessile pratese, ed il telaio, che dà da vivere ma tradisce, come una madre crudele, portando via dita, braccia e gambe con la sua meccanica tagliente: Francesco ne è affascinato, ma nello stesso tempo ne ha paura, e vorrebbe seguire il consiglio dell’amico del padre, Il Magnifico (interpretato da Massimo Sarchielli): “per sopravvivere nel mondo o sposti la Chiesa, o vinci all’enalotto, o vai nel Perù”.

Segue, sempre per la regia di Maurizio Ponzi, Io, Chiara e lo scuro (1982) una vaga parodia de Lo spaccone, (un film di Robert Rossen del 1961) e ambientato in un mondo molto amato da Francesco, quello dei giocatori di biliardo,  nel quale è affiancato da Giuliana De Sio.  Per questo film entrambi i protagonisti hanno ricevuto un David di Donatello per la miglior interpretazione. Il 1983 è l’anno di Son contento, sempre di Ponzi, dove Francesco interpreta un cabarettista in crisi d’ispirazione, dopo che la fidanzata Paola (Barbara De Rossi), lo ha lasciato.

In seguito Francesco esordisce anche dietro la macchina da presa in Casablanca, Casablanca (1985), sequel di Io, Chiara e lo Scuro, parodiando nel titolo ed in alcuni spunti della trama il celebre Casablanca di Michael Curtiz e nel quale proseguono le avventure tra i tavoli di biliardo de Il Toscano (interpretato da Nuti) e lo Scuro (sempre Marcello Lotti). Per il film Nuti vince il premio come miglior regista esordiente al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, oltre al secondo David di Donatello come Miglior attore.

Il suo secondo film come regista, Tutta colpa del Paradiso (1985), lo vede a fianco di Ornella Muti in una commedia delicata dove interpreta un uomo, appena uscito di prigione, che non ha mai conosciuto il figlio di 7 anni, frutto di un’avventura amorosa, e, sotto mentite spoglie, lo raggiunge presso la sua famiglia adottiva in un’amena località in Val d’Aosta. La commedia, dal tono delicato e contraddistinta da quella che si potrebbe definire una sorta di malincomicità, caratteristica anche dei suoi film successivi, ottiene un grande successo di pubblico, e dà il via ad una serie di pellicole che porteranno Francesco Nuti ad essere uno dei comici italiani di maggior successo del periodo.

Stregati (1986), è una commedia notturna dove Francesco Nuti interpreta un disk jockey sullo sfondo di una Genova suggestiva ed invernale, e a fianco del protagonista c’è sempre la bellissima Ornella Muti.

In Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988) il protagonista, un giovane psicoanalista, scopre che la moglie, che lo ha appena lasciato, sta intrattenendo una relazione con un suo paziente di lunga data, un omosessuale latente, e decide di fare di tutto per riconquistarla, mentre nel successivo Willy Signori, e vengo da lontano (1989) Nuti veste i panni di un giornalista di cronaca nera che provoca un incidente e poi si prende cura della fidanzata della vittima, una ragazza incinta interpretata da Isabella Ferrari.

Continuano le storie di rapporti complicati, dove la dinamica di coppia viene o nasce stravolta: Nuti dà vita ad una comicità dolce, a tratti surreale, che conquista il pubblico facendogli ottenere grandi consensi.

Gli esiti successivi del nostro saranno alterni: Nuti, mosso dalla volontà di mettersi alla prova, tenterà vie sempre diverse, con un’ambiziosa rivisitazione del burattino di Collodi in Occhio Pinocchio (1994), il ritorno alla sua passione per il biliardo con Il signor Quindicipalle (1998) fino agli ultimi film prima dell’incidente che ha interrotto la sua attività, Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001).

Qui sotto trovate 4 clip tratte da Madonna che silenzio c’è stasera, che CG Entertainment,  Minevra Pictures e Mustang Entertainment hanno portato da poco per la prima volta in dvd e Blu-Ray in un’edizione speciale corredata di inediti ed esclusivi contenuti extra: Noccioline al circo, Intervista a Leonardo Pieraccioni, Miracolo a Prato, Intervista a Giovanni Veronesi e Sulle tracce del film, che ripercorre i luoghi dove il film è stato girato intervistando coloro che ne hanno preso parte.

 

 

 

 

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