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Addio a Tobe Hooper, padre dell’horror hollywoodiano

Tobe Hooper è senza ombra di dubbio uno dei padri del cinema horror contemporaneo. Bastano due titoli a dire tutto ( e a farci nuovamente venire i brividi). Non aprite quella porta, 1974 (realizzato con un budget bassissimo ed un cast improvvisato e diventato un CULT) e Poltergeist, 1982 (prodotto da Steven Spielberg). Si tratta di film senza tempo, oramai penetrati nel nostro immaginario ( e anche nella forma dei nostri incubi): Leatherface è una delle icone più riconoscibili del genere horror, mentre Poltergeist è continuo oggetto di ispirazione ancora oggi (basta pensare al grande successo della serie TV Netflix Stranger Things).

Ma la filmografia dell’ex professore di cinema texano non finisce qui. Il catalogo CG Entertainment contiene 5 opere di Hooper che fareste bene a recuperate: The Funhouse – Il tunnel dell’orrore (1981) è ambientato in un parco divertimenti in Florida e vede una serata tra amici trasformarsi in un vero e proprio incubo;  Space Vampires (1985), tratto dal romanzo di fantascienza “I vampiri dello spazio” di Colin Wilson mixa vampiri + alieni; Il vestito che uccide (1990), un film per la televisione incentrato su un vestito atzeco con misteriosi poteri,  Night Terrors (1995), ambientato in Egitto e che vede tra i protagonisti il misterioso discendente del Marchese De Sade, e The Mangler – La macchina infernale (1995), tratto dal racconto Il compressore di Stephen King.

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