Nella suggestiva cornice di Piazza Santa Croce a Firenze la rilettura di Roberto Benigni dell`Inferno di Dante: i canti XX, XXI e XXII.
Canto XX - "Di nova pena mi conven far versi..."E` il canto degli indovini, coloro che vollero vedere avanti, arrogandosi un diritto riservato esclusivamente a Dio; e che ora all`inferno, per contrappasso, guarderanno perennemente indietro, con la testa volta dalla parte dei reni.Canto XXI - "...ed elli avea del cul fatto trombetta"Qui incontriamo i barattieri, che fecero traffici illeciti nella vita pubblica e si presero gioco di ciò che c`è di più alto: la patria. I peccatori sono immersi in uno stagno di pece bollente, guardati da demoni armati di uncini pronti a colpire quelli che cercano una tregua.Canto XXII - "Io vidi già cavalier muover campo..."Dante e Virgilio sono qui semplici comparse. Protagonisti sono invece i diavoli e la loro bestialità. La pece bollente ricopre i dannati ed è impossibile riconoscerli, così a essere visibile è soltanto la violenza dei demoni che entrano in scena.