Una misteriosa epidemia. Una nazione in ginocchio. Un virus non identificato si abbatte sulla Corea del Sud e il Governo dichiara lo stato di emergenza. I passeggeri di un treno diretto a Busan, l’unica città ancora incontaminata, dovranno combattere duramente per la propria sopravvivenza. 453 chilometri da percorrere. 453 chilometri per non morire.
"Nessuno nasce buono o cattivo. Spesso, quando capita una tragedia, molte persone approdano su una delle due sponde per puro caso. Molte altre, invece, si limitano a dare la colpa alla sfortuna. È triste doverlo ammettere, ma questo atteggiamento, questo sottrarsi alla responsabilità individuale, è abbastanza presente nella Sud Corea di oggi. E, per quanto Train to Busan sia un film di genere, mi piacerebbe che portasse gli spettatori a elaborare una riflessione in merito. Del resto, ho scelto gli zombie proprio perché possono incarnare varie sfumature sociali: non sono mostri, sono soltanto esseri umani contagiati e trasformati da un virus!" Yeon Sang-ho